Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione

z9kgbvzsItalia Lavoro ha pubblicato un Avviso finalizzato a promuovere un sistema di “Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione”, attraverso il finanziamento di “Progetti di Bottega” che prevedano l’attivazione di un numero complessivo di 934 percorsi di tirocinio di inserimento/reinserimento.

Per “Bottega” si intende un Raggruppamento in grado di favorire la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni, il ricambio generazionale e di stimolare la nascita di nuova imprenditoria, i processi di innovazione e di internazionalizzazione delle imprese, nonché lo sviluppo di reti su base locale.

Le risorse disponibili per detto Avviso sono pari a € 5.220.000,00, di cui € 2.600.000,00 a valere sul Fondo Sociale Europeo e € 2.620.000,00 a valere sul Piano di Azione e Coesione. La destinazione geografica delle risorse è così distribuita: € 3.010.000,00 per Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; € 2.210.000,00 per le restanti regioni.

Le istanze dovranno pervenire secondo le modalità previste dal bando entro e non oltre le 12 dell’8 marzo 2016.

info: clicca il link sito Italia Lavoro

http://www.italialavoro.it/

NB. vedi Bandi

Premi europei del Design, aperto il concorso

eda_2016_newAl via la prima edizione dei DesignEuropa Awards, i premi per i migliori design europei.

 

 

 

 

 

I premi sono suddivisi in tre categorie:

  • industria (imprese con più di 50 dipendenti e/o oltre 10 milioni di euro di fatturato)
  • piccole imprese e imprese emergenti (imprese con meno di 50 dipendenti e meno di 10 milioni di euro di fatturato, oppure società costituite dopo il 1° gennaio 2013)
  • premio speciale alla carriera.

Il bando per inviare la propria candidatura o segnalare progetti di altri è aperto fino al 15 luglio 2016.

La cerimonia di premiazione di questa prima edizione è in programma il 30 novembre a Milano, in riconoscimento dell’importante ruolo di capitale europea del design della città lombarda e di eccellenza del nostro Paese in questo settore.

L’iniziativa è finanziata e promossa dall’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), l’agenzia dell’Unione europea che si occupa della registrazione e gestione dei disegni e dei marchi comunitari. IlMinistero dello sviluppo economico è il partner principale ufficiale nella promozione dell’iniziativa e nell’organizzazione della cerimonia di premiazione.

 

Per maggiori informazioni

Sezione premi DesignEuropa del sito UAMI

Lavoro autonomo e lavoro agile: tutte le novità nel ddl che contiene nuove misure di sostegno

mhyddliIl Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 28 gennaio, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il disegno di legge che contiene le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.

Il disegno di legge prevede misure di sostegno in favore del lavoro autonomo e misure per favorire l’articolazione flessibile della prestazione di lavoro subordinato in relazione al tempo e al luogo di svolgimento. Il titolo I detta disposizioni in materia di LAVORO AUTONOMO con l’obiettivo di costruire per tali lavoratori), prestatori d’opera materiali e intellettuali non imprenditori, un sistema di diritti e di welfare moderno capace di sostenere il loro presente e di tutelare il loro futuro. Le principali misure riguardano: – la previsione di agevolazioni fiscali, consistenti nella deducibilità integrale: • entro il limite annuo di 5 mila Euro, delle spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’autoimprenditorialità finalizzate all’inserimento o reinserimento del lavoratore autonomo nel mercato del lavoro • entro il limite annuo di 10 mila Euro, delle spese per la partecipazione a convegni, congressi e corsi di formazione e di aggiornamento professionale • delle spese per gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà, allo scopo di favorire la stipula di tali polizze, e favorendo, allo stesso tempo, lo sviluppo del mercato assicurativo e la diffusione di tali forme assicurative, con un conseguente abbattimento dei costi per il lavoratore autonomo – la previsione in base alla quale, i centri per l’impiego e i soggetti accreditati che offrono servizi per il lavoro e le politiche attive sono tenuti a dotarsi di uno sportello dedicato al lavoro autonomo che raccolga le domande e le offerte di lavoro autonomo, che fornisca informazioni ai professionisti e alle imprese anche in ordine alle procedure per l’avvio di attività autonome, alla partecipazione agli appalti pubblici, alle opportunità di accesso al credito e alle agevolazioni pubbliche previste a livello nazionale e locale; – la parificazione dei lavoratori autonomi ai piccoli imprenditori ai fini dell’accesso ai PON e ai POR a valere sui fondi strutturali europei; – il riconoscimento del diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per i due mesi antecedenti la data del parto ed i tre mesi successivi, indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività lavorativa, l’estensione della durata e dell’arco temporale entro il quale tali lavoratori possano usufruire dei congedi parentali, prevedendo che l’indennità per congedo parentale possa essere corrisposta per un periodo massimo di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino; – la previsione della sospensione, senza diritto al corrispettivo, del rapporto di lavoro dei lavoratori autonomi che prestano la loro attività in via continuativa per il committente in caso di gravidanza, malattia e infortunio, per un periodo non superiore a 150 giorni per anno solare, e la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi per l’intera durata della malattia e dell’infortunio fino ad un massimo di 2 anni, in caso di malattia e infortunio di gravità tale da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa per oltre 60 giorni; – la previsione di una specifica misura di tutela contro la malattia in base alla quale, i periodi di malattia certificata come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche, sono equiparati alla degenza ospedaliera. Il titolo II reca diposizioni in materia di LAVORO AGILE, che consiste, non in una nuova tipologia contrattuale, ma in una modalità flessibile di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato quanto ai luoghi e ai tempi di lavoro finalizzata ad incrementarne la produttività, agevolando al contempo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il lavoro agile consiste in una prestazione di lavoro subordinato che può essere eseguita in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Anche al fine di evitare equivoci interpretativi, è previsto che: – il lavoratore che presta l’attività di lavoro subordinato in modalità agile ha diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda; – gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato, siano applicabili anche quando l’attività lavorativa sia prestata in modalità di lavoro agile; – che il datore di lavoro garantisca al lavoratore che svolga la prestazione in modalità di lavoro agile la salute e la sicurezza, consegnandogli, a tal fine, un’informativa scritta nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.mhyddli

Imprese under 35: quasi una su tre è “donna”

startup-nuove-imprese-finanziamenti-imprenditoria-femminileSono 171mila, il 28% del totale e non temono di giocare sui terreni tradizionalmente maschili

Fra i giovani imprenditori la parità di genere è un traguardo raggiungibile: quasi 1 impresa su 3 tra quelle di under 35 (poco meno di 609mila) è a trazione femminile. Complessivamente si tratta di oltre 171mila unità, pari al 28,11% del totale delle imprese giovani. Quasi un primato, considerando che il milione e 310mila imprese femminili esistenti in Italia rappresentano il 21,62% del totale delle imprese italiane. Come mostra l’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere sulla base dei dati al 30 settembre scorso, le imprenditrici under 35 sembrano avere una marcia in più rispetto al totale delle donne d’impresa. Se in 44mila, nel mettersi in gioco, hanno preferito restare nel solco della tradizione, operando in alcuni settori più tipicamente legati all’intraprendenza femminile, moltissime altre si sono avventurate, in misura maggiore rispetto all’universo complessivo delle imprese femminili, in terreni in cui la presenza maschile è solitamente predominante. Al primo gruppo delle “tradizionaliste” appartengono le oltre 20mila giovani imprese femminili che si occupano prevalentemente di servizi alla persona e le 1.800 attività legate al mondo della sanità e dell’assistenza. Sono questi i due ambiti in cui il peso della presenza femminile sul totale delle imprese è maggiore, tanto nel caso dell’universo complessivo delle capitane d’azienda, quanto in quello delle giovani imprenditrici, dove addirittura le imprese guidate da donne sono ben oltre la metà delle attività giovanili totali. Sempre restando nel solco della tradizione, le imprenditrici under 35 guidano quasi la metà delle iniziative giovanili nel settore dell’istruzione e rappresentano oltre un terzo delle giovani imprese che operano nel turismo e nella ristorazione. Ma, nella loro voglia di affermazione, sono molte le giovani donne d’impresa italiane che “contendono il posto” agli uomini in settori solitamente appannaggio della componente maschile. Quello delle Attività finanziarie e assicurative, ad esempio, in cui le 5mila imprenditrici under 35 sono oltre il 33% delle giovani imprese italiane, o le 2.600 imprese del settore artistico, sportivo e di intrattenimento (32%), o le oltre 3mila attività immobiliari (30%) o ancora le 4.600 attività professionali, scientifiche e tecniche (29%). La spinta delle giovani donne italiane comincia anche a ridisegnare la mappa della presenza femminile nell’impresa nel nostro Paese.

CAMPANIA  su 569.910 imprese circa   130.768   sono femminili

Fonte: Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere – Infocamere