D-generation affamata di velocità

 
A cura di Vito Di Bari 
Pubblichiamo volentiri questo articolo del 2010 apparso su “L’Impresa” rivista italiana di management. Un’attenta analisi sul futuro delle nostre imprese

La velocità sarà il fenomeno che connoterà l’impresa del futuro. Se osserviamo la  gaussiana degli ultimi 30-40 anni noteremo come le aziende si siano concentrate soprattutto sulla crescita. Hanno aumentato le loro dimensioni, sono uscite dai confini nazionali, hanno differenziato la produzione, hanno fatto acquisizioni e fusioni. L’obiettivo era semplice: diventare sempre più grandi. In estrema sintesi possiamo dire che così è nata la global economy.

Ma l’economia globale, lo abbiamo toccato con mano, sta andando verso il suo declino, ed è proprio quando ci troviamo ad affrontare una crisi che diventa necessario un cambio di marcia. I prossimi due anni saranno decisivi per l’affermazione di un nuovo paradigma: la velocità.

Pensateci. Nelle imprese si faranno strada i 30enni, pronti a subentrare ai loro padri e destinati a rivestire posizioni manageriali. Stiamo parlando di quella D-generation, nata negli anni ’80, che si porterà dietro tutto quel bagaglio di conoscenze, abitudini e “applicazioni” con cui è abituata a convivere. Ci troviamo di fronte a ragazzi e ragazze che sono nati e cresciuti giocando con i bit.

Non sono semplicemente più a loro agio, e più bravi, a usare wiki, blog, social network e apps, ma hanno sviluppato un approccio allo studio, alle relazioni interpersonali e al lavoro radicalmente diverso da quello delle generazioni precedenti. Sono abituati a saltare da un contenuto all’altro, hanno più dimestichezza con il multitasking, non seguono percorsi lineari ma si muovono con la logica della rete. Per loro è naturale condividere problemi e soluzioni, non sono gelosi del know how acquisito ma lo mettono a disposizione degli altri, in modo che venga incrementato con i meccanismi dell’intelligenza collettiva.

Con questi ragazzi bisognerà fare i conti. Soprattutto dovremo farli con la loro fame di velocità, e ancora di più con quella di chi verrà dopo di loro. Per questo le imprese che vorranno essere competitive nei prossimi anni dovranno investire sulla velocità. A vincere sarà il primo, ma non si tratterà semplicemente di essere i primi a lanciare un prodotto sul mercato, la velocità impatterà su tutta la catena del valore.

Sarà fondamentale essere i primi nei luoghi − per lo più virtuali − da cui si diffonderanno i trend, essere rapidi nelle risposte, nel recepire i segnali, le richieste, i desideri di quel vasto pubblico in continuo movimento che non potremo più semplicemente chiamare “consumatori”.

Se la D-Generation imporrà il paradigma della velocità, sul versante della gestione e dell’organizzazione, le nanotecnologie lo imporranno sul lato dei prodotti e dei servizi. La miniaturizzazione permetterà ai processori di uscire da computer e telefoni per entrare, potenzialmente, in qualunque oggetto di uso quotidiano. I prodotti saranno scaricabili così come oggi scarichiamo i software. Acquisteremo “gusci” da riempiere, prendendo tutto quello che ci serve dalla rete.

Vivremo nell’era dell’on-demand e del just in time perenne, per questo motivo tutto sarà sempre più veloce, per annullare le attese, le code, i tempi morti. La nuova sfida, quella su cui si dovranno confrontare le imprese, non sarà diventare più grandi dei competitor ma più veloci. La velocità sarà il primo parametro di valutazione, quello in cima alle rilevazioni della customer satisfaction.

La competizione funziona così, ha lunghe gaussiane che determinano l’approccio rilevante al fare impresa. Agli inizi del secolo scorso c’è stata l’ottimizzazione, nella seconda metà la dimensione.

Ed ora è venuto il momento della velocità, durerà una trentina d’anni. Per vincere la sfida, dovremo diventare più veloci in tutto: dalla progettazione al time to market, dalla produzione alla distribuzione, dalla gestione dei processi al marketing e all’assistenza. Sarà questo il fattore critico di successo, quello che determinerà la differenza fra chi vince e chi perde la competizione dei prossimi dieci anni. Cominciamo da subito, conquistare la pole position è il primo passo per iniziare ad essere veloci.

Fonte: “L’impresa” rivista italiana di management

D-generation affamata di velocitàultima modifica: 2012-11-03T08:44:28+01:00da lab51
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