L’idea di una agenzia di sviluppo e di consulenza al servizio delle imprese e del territorio

lg.jpgGià da tempo l’immagine del territorio della provincia nord – est di Napoli mostra crepe preoccupanti. In particolare, ad una situazione socio economica del presente, di crisi stagnante, si giustappone una scarsa propensione ad investire da parte di tutti gli operatori, privati e pubblici. Ci sono tendenze demografiche che spingono verso un preoccupante e continuo invecchiamento della popolazione. Inoltre la cultura democratica e civile, l’attivismo delle istituzioni, una buona funzionalità del welfare tradizionale e un grado elevato di coesione sociale, cominciano ad apparire più conquiste da difendere che fattori propulsivi su cui costruire la provincia del futuro.

 

La società come l’economia paiono esprimere il nostro timore di smarrire ciò che abbiamo faticosamente raggiunto nel dopoguerra fino ad oggi, piuttosto che una voglia diffusa di scommettere sul futuro e su una innovazione possibile.

 

Queste preoccupazioni risultano aggravate dalle vicende economiche dell’ultimo quinquennio, caratterizzato da una crescita zero, ma soprattutto dalla perdita di posti di lavoro e dalla “sofferenza finanziaria” delle piccole imprese a conduzione familiare.

 

Sarebbe, tuttavia, sbagliato pensare che esista un caso “territoriale” diverso da quello nazionale,

visto che anche nel resto del Paese si registrano problemi analoghi. La specificità dell’area territoriale sta, casomai, in una più densa presenza di quelli che sono i maggiori fattori di criticità presenti in Italia: più che la piccola dimensione di impresa, la specializzazione produttiva nelle produzioni più tradizionali che più di altre mostrano oggi problemi di competitività. Non che non manchino i segni di un cambiamento nei comportamenti, ma nel complesso sembrerebbe dominare una certa pigrizia degli operatori  nell’aprirsi a scelte, magari più rischiose, ma anche più dense di potenzialità future.

 

Non bisogna attendere che le crepe si allarghino e, nel frattempo stare a vedere, bensì accettare compiutamente i rischi del nuovo, del non già praticato e dell’intrapresa inusuale: a cominciare proprio dalla sfera politico-istituzionale.

Ci vuole una proposta coraggiosa per il futuro. Una proposta che sappia coniugare, nello stesso

tempo, un elevato e qualificato nuovo livello di competitività e un nuovo modello universalistico di

welfare. Il tutto entro un contesto di sostenibilità e di coesione sociale per i vecchi e per i nuovi abitanti del territorio.

Gli indicatori ad oggi rilevabili stanno lì a dimostrare che, pur fra elementi di criticità, la realtà territoriale e socio-economica dell’area ha ottime possibilità di sviluppo, anche se  presenta  molti rischi. I rischi di declino e di quella marginalizzazione ci sono tutti: ovviamente rischi che hanno a che vedere con processi lenti e lunghi, non catastrofici nella loro apprezzabilità immediata e negli effetti di breve periodo, ma non meno insidiosi.

 

Di qui l’opportunità di nuove risorse, valori ed equilibri nuovi, fornendo nuovi stimoli allo sviluppo del benessere, ma di qui, anche, nuove problematiche e virtuali tensioni non trascurabili, capaci di porre in discussione quella coesione sociale considerata come uno dei pilastri e dei valori fondamentali. E le tensioni negative potrebbero anche consolidarsi in presenza del rallentamento della crescita che, ad oggi, domina le principali previsioni. La carenza di risorse private e pubbliche che ne conseguirebbe non potrebbe che accentuare gli elementi di conflitto: tra giovani ed anziani; tra immigrati e popolazione autoctona, tra industria e terziario, tra le professioni ed le altre attività economiche. Di alcuni di questi conflitti già oggi si colgono spie e sintomi, per cui è del tutto necessario prevenirne l’insorgenza e comunque affrontarli prima che diventino acuti.

È evidente che tutto ciò potrebbe anche non accadere. Le forze interne alla società  potrebbero dimostrarsi in grado di comporre spontaneamente i conflitti in modo positivo ed efficace.

Mentre lo stesso timore di una crescita economica insufficiente potrebbe risultare smentito dai fatti.

Il futuro è sempre incognito, ma noi siamo tenuti a guardarlo con le conoscenze di cui al momento

disponiamo e queste ci dicono che le criticità indicate hanno una certa probabilità di verificarsi, così come che vi sono forti dubbi sulla capacità dell’economia di sostenere il modello di benessere che si è consolidato nelle aree territoriali del nord Italia. Dobbiamo dunque aggredire i fattori che alimentano queste preoccupazioni.

L’agenzia laboratorio 51 nasce per porsi da intermediario attivo nel processo di coesione sociale, un intervento diretto ad amplificare le cosiddette “energie disperse” e farle interagire con gli enti, il territorio e i cittadini. Solo se collochiamo in una prospettiva adeguata di analisi e politiche territoriali le criticità che la fase in atto ci prospetta, possiamo affrontarne i fattori e le radici strutturali: e dunque non limitarci ad una mera difesa congiunturale bensì impostare una strategia per un futuro di lungo andare.

Resta tuttavia difficile immaginare un rilancio della crescita che non passi attraverso un deciso e solido incremento della capacità di esportare, se non altro per il fatto che il periodo che si apre sarà caratterizzato da restrizioni del bilancio pubblico per cui verrà a mancare il suo tradizionale sostegno alla domanda interna e alle molte politiche pubbliche di cui essa si nutre.

Esportare richiede una elevata  competitività delle produzioni e questo presuppone, a sua volta, il continuo aggiornamento delle conoscenze. Non c’è niente di nuovo in questa logica: man mano che una comunità avanza nel cammino dello sviluppo essa è costretta a fare sempre meglio le cose che sa fare. Ciò comporta, dal lato di queste sue storiche “abilità”, l’esigenza di non allontanarsi troppo dal tracciato disegnato nel passato ed interiorizzato nelle conoscenze del presente, perché è lì che sa muoversi meglio. E’ sul versante del saper fare sempre meglio ciò che già si è acquisito come proprie capacità, che occorre procedere con decisione.

Il territorio, unica risorsa vera, una risorsa in grado di caratterizzarsi per una determinata lavorazione, produzione o per una “specializzazione” dovuta dalla composizione stessa del territorio: una grande pianura, collegata con le maggiore arterie stradali e ferroviarie, con una popolazione con un elevato grado di scolarizzazione e con una miriadi di piccole imprese di diverse tipologia di attività commerciali ed industriale. Ricostruire sull’esperienza negativa acquisita in questo ultimo decennio originata da una industrializzazione selvaggia di un territorio agricolo che non ha saputo ribellarsi alle condizioni di sviluppo imposte da una politica disattenta alle reali esigenze dei cittadini – abitanti e alla loro vacazione.  Le caratteristiche fondamentali per realizzare un vero “patto del territorio” ci sono, ma bisogna coglierle dal “basso”, dal tessuto imprenditoriale, culturale e associativo e non più imposto dall’alto come mera visione di un futuro che non ci appartiene; non abbiamo bisogno più di finanziare cattedrali nel deserto, rischiando di sprofondare in quel declino che comporta la distruzione della società

I requisiti essenziali per il rilancio sono legati alle sorti delle amministrazioni comunali che tentano di funzionare bene, nonostante l’inquinamento della classe politica nazionale, dei giovani professionisti che si affacciano sul mercato e hanno l’energia “per fare bene”e i cittadini che hanno capito che pagano servizi allo stato che in realtà non ricevono. Nel nostro territorio la “vera ricchezza”, quella che genera opportunità di lavoro, può essere generata solo ed esclusivamente dal una nuova capacità imprenditoriale che sappia cogliere le opportunità che ci offre il mondo della comunicazione veloce, della favorevole posizione geo marketing del territorio, nel terziario avanzato e nei servizi ampliati. Investire tanti piccoli capitali in diverse tipologie di imprese, magari collegate fra di loro da un ordine di filiera produttiva o di un moderno distretto industriale e/o commerciale. Favorire l’ingresso di capitali di investimento, anche di piccole entità in modo da stimolare ad investire anche in piccole attività che possono essere di natura consortili o società di capitali. Introdurre un nuovo approccio al mercato, molto più dinamico all’interno del quale costruire un modello di sviluppo che favorisca miriadi di micro imprese destinate a interagire sinergicamente fra di loro coinvolgendo e stimolando i professionisti del territorio. Troppe imprese e attività commerciali chiudono dopo appena tre anni di vita, questo fenomeno è direttamente collegato alla cattiva preparazione degli imprenditori e/o aspiranti tali che non sono adeguatamente seguiti, monitorati e aiutati da apposite strutture preposta sul territorio.

Il  Piano di Azione dell’agenzia Laboratorio 51 vuole contribuire ad una stagione innovativa delle politiche pubbliche sul territorio. Un piano strutturale e dinamico, quindi, un piano in cui l’essere della provincia nord – est di Napoli e la sua specifica riconoscibilità sono la molla e la condizione del suo divenire, un piano in cui un mondo colmo di cultura ha da essere anche ricco di moderna ed efficace saggezza. 
Tutto questo si inserisce in un perfezionamento progressivo del processo di convergenza tra gli strumenti della programmazione dello sviluppo e quelli del governo del territorio, che hanno nella sostenibilità ambientale e nell’opportunità di  creare nuovi posti di lavoro il denominatore comune. 

Il territorio della provincia nord – est di Napoli e le sue risorse sono poste al centro di un nuovo processo di sviluppo, dove la condivisione di obiettivi e strategie è finalizzata alla qualità e all’innovazione di proposte e piani di lavoro.

Ed è proprio per questo motivo che abbiamo deciso di rifondare l’agenzia Laboratorio 51 e intraprendere un nuovo percorso più vicino alle reali esigenze del terrtorio e dei cittadini; oggi i nostri servizi sono finalizzati alla creazione di nuove attività imprenditoriali, all’orientamento al lavoro e alla promozione dello sviluppo locale. La scelta di aprire un blog pubblico è dettata dall’esigenza di condividere informazioni, conoscenze e relazioni in grado di far interagire il territorio con il tessuto imprenditoriale.

 

antoniomautone51@alice.it

L’idea di una agenzia di sviluppo e di consulenza al servizio delle imprese e del territorioultima modifica: 2012-04-27T16:05:00+02:00da lab51
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